Si butta giù dal viadotto per sport
SFIDE: A. A., 27 anni, è il fantasma che la Stradale cercava da mesi, e denunciato per procurato allarme. Gli automobilisti segnalavano suicidi. Era "base jumping"
Abbiamo il nostro base jumper, chi lo avrebbe mai detto? Un vero uomo volante. Proprio come in America, dove con un paracadute sulla schiena c'è chi si butta dalla sommità di grattacieli, da ponti sospesi, canyon, in barba ai divieti e alla dinamica, scappando alla polizia appena toccato il suolo. Alla polizia si è arreso il nostro eroe, però. È un impresario edile di M******, ha 27 anni e si chiama A. A.: gli investigatori della stradale di S******* lo hanno identificato e denunciato per procurato allarme. Tradito dalla sua vanità. Le sue imprese, raccontate al bar, hanno fatto troppo rumore e sono arrivate alle orecchie degli uomini diretti dall'ispettore W. T.
A. è il fantasma che da mesi gli agenti cercavano, in seguito alle ricorrenti segnalazioni di suicidi dai viadotti autostradali. Possibile che un uomo si getti da un ponte senza lasciare traccia? Si lanci nel vuoto e nel nulla scompaia nonostante gli sforzi per trovarlo di vigili del fuoco e volontari della forestale, e il fiuto dei cani delle unità cinofile? Possibile. Sempre che quest'uomo abbia le ali.
Qualcosa di molto simile permette da tre anni ad A. A. il base jumping: sport estremo ed estremamente pericoloso dove ci si lancia da postazioni fisse e il tempo per l'apertura del paracadute è limitato a pochi istanti. Un ritardo significa la morte. Quella stessa morte che in molti avevano sospettato cercasse quell'uomo notato in piedi sul guard-rail del viadotto, sull'autostrada A7 Nord. Tutt'altro: «Cercavo l'adrenalina ma non solo e non saprei come spiegare certe emozioni. Vanno vissute - spiega l'uomo volante - e io da due, tre anni le vivo due, tre volte alla settimana. È una specie di droga. Lo so che è vietato fermarsi con la macchina in autostrada, sulla corsia di sorpasso, e gettarsi nel vuoto davanti agli occhi di decine di persone incredule. Lo so che è rischioso. Ma è più forte di me. C'è chi va a correre, chi gioca a pallone, chi a tennis. Io mi butto nel vuoto».
...
Il record di A.: «Sessanta metri, il minimo per riuscire ad aprire il paracadute prima di sfracellarmi al suolo». Dove? «Non si può dire». La segretezza dei luoghi prescelti per questo genere di imprese è una delle caratteristiche fondamentali: «Il viadotto M****** è uno dei migliori perché è riparato dal vento», spiega il ventisettenne. La prossima sfida? «Il lancio dalla sommità dello stadio di P******, a C*****i. Ho già comprato il biglietto». L'impresa fallita? Il salto dalla punta del palazzo M*****, un grattacielo del Comune di G*****: si racconta che l'impresario edile sia stato bloccato dalla sorveglianza, prima di raggiungere il trampolino.
A. A., cultore di sport estremi, con il brevetto da paracadutista da cinque anni, è conosciuto nei bar di M****** proprio così: come l'uomo volante. Ieri mattina gli agenti della stradale hanno bussato a casa sua con in mano un mandato di perquisizione firmato dal sostituto procuratore. Nella sua abitazione sono stati trovati paracaduti speciali per base jumping, il casco con micro-telecamera per la ripresa in diretta dei lanci e le videocassette con le registrazioni di tutte le imprese messe a segno. Tutta l'attrezzatura e le prove dei lanci sono state poste sotto sequestro.
tratto da "Il Secolo XIX" del 22 dicembre 2004 (pag 25 con richiamo in prima pagina)
non ci sono giustificazioni!!...
.
Bookmarks